Villa Cappellano

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Villa Cappellano nasce alla fine del XVI secolo come raffinata residenza estiva dei padri gesuiti.

Villa Cappellano

La Villa fu voluta dalla contessa Aloisia Luna y Vega e finanziata dall’Università cittadina, che assegnò loro terre e rendite per garantire il sostentamento dell’ordine; il complesso, raro esempio in Sicilia di monastero-fattoria, si articola intorno a un cortile quadrangolare dominato da due pozzi centrali, cui si accedeva attraverso un’elegante galleria d’ingresso, e ospita vari corpi di fabbrica con prospetti barocchi, mentre la cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù, un tempo cuore spirituale della comunità religiosa, conserva la struttura lignea originaria che oggi si trova nella chiesa madre di Delia. 

Fino al 1843 Villa Cappellano fu rifugio estivo dei gesuiti; quindi, sostituita dalla nuova casina alle Balate, e da allora versa in uno stato di abbandono che ne rende ancora più suggestivo il fascino decadenza, con pareti scrostate e aperture punteggiate dal verde della macchia mediterranea.

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