La Chiesa, infatti, è decorata in due diversi stili architettonici: la navata centrale è in tardo Barocco, mentre l'abside è in stile Neoclassico. La chiesa venne aperta nuovamente al culto solo nel 1769. Nel 1872 la chiesa venne temporaneamente chiusa al culto perché si temeva il crollo del pavimento al di sopra della sottostante cripta; dopo averne riparato il pavimento padre Samuele, da tutti chiamato “il padre guardiano”, la riaprì al culto. Nel 1885 la chiesa dell’Itria fu trasformata in “lazzaretto” per l’epidemia colerica che colpì la popolazione, cosa mal digerita dalla popolazione, che si ribellò, perché voleva curare i malati a casa propria. Nel 1967 diventò la parrocchia e fu dotata di ampia canonica. Nel 1988 è stato costruito il campanile progettato dall’architetto G. Riccobene. La chiesa custodisce, inoltre, opere di notevole valore: la statua del Salvatore, del 1755 ca., utilizzata nell’“Incontro” della Domenica di Pasqua, quella di Santa Lucia del 1700, la statua di San Francesco d’Assisi, quella di Sant’Antonio di Padova, un quadro della Madonna della Rocca del 1756 e il gruppo scultoreo della Madonna e dell'angelo dell'annuncio, opera di Francesco Biangardi.