Castello di Delia

3 minuti di lettura

Il Castello di Delia, chiamato dagli abitanti locali Castiddrazzu e ritenuto dai cultori costruito sull’araba rocca di Sabuci, sorge in posizione dominante su una serra calcarea dominante la Valle del Paradiso.

Castello di Delia

In passato rivestiva un ruolo strategico negli scambi commerciali tra l’entroterra siciliano e la costa, considerato che il fiume Salso, di cui i fiumi Gibesi e Delia e il torrente Paradiso sono affluenti, in passato era navigabile.
Il sito in cui sorge il castello, come testimonia la campagna di scavo condotta tra il 1985 e il 1997, è stato popolato a partire dal terzo millennio a.C. La struttura del maniero è articolata in quattro livelli: il primo presenta un’altezza variabile, adatta alla morfologia del terreno, con quote più basse a nord e l'ingresso, coperto da una volta a botte archiacuta, posto nella parte orientale; il secondo corrisponde al piano posto sopra la volta d'ingresso; il terzo conserva l'unico ambiente coperto giunto ai nostri giorni, con copertura a volta a sesto acuto e cinque feritoie alle pareti, mentre l'ultimo presenta un camminamento merlato e i resti della torre più grande con quattro finestre verso occidente. 

Il castello è stato teatro di sanguinose battaglie che l'hanno portato a subire incendi e parziali distruzioni, a partire dalla presa normanna fino alla quasi totale distruzione al tempo della Guerra del Vespro. Tra le tante storie che hanno scandito la vita del Castello una fu resa celebre dalla pubblicazione dell’”Historia Sicula” attribuita a Nicolò Speciale, ove è narrato un tragico episodio avvenuto all'interno delle mura del Castello ripresa dal Mezzabotta alla fine dell’800, che ne ha fatto una versione romanzata, arricchita da molti particolari.

La fortezza fu ricostruita nel corso del XIV secolo per essere abitata e dagli scavi sono emerse evidenze della frequentazione dei baroni della famiglia Ortolano dal XV fino alla prima metà del XVI secolo. Da questo momento in avanti si assiste ad un primo periodo di abbandono e, successivamente, a una fase di recupero della struttura dovuta ai lavori del grande cantiere messo in piedi per la rifondazione di Delia a partire dal 1598. Il definitivo abbandono, avvenuto nel corso del '600, è durato così a lungo che da Vito Amico, nella metà del ‘700, viene descritto come un rudere. Da allora il castello assume il nome di Torre del Castellaccio. Alla fine dell'Ottocento viene definito monumento nazionale ed è oggetto di un primo restauro che ne attribuisce l'origine al periodo normanno (Castello dei Normanni). L'attuale configurazione del castello la si deve alle campagne di scavi e di restauri che ci sono state tra il 1987 e il 1995, le quali si sono prefisse di riportare il vecchio maniero come si presentava all’inizio del '600.

Potrebbero interessarti anche...