Fontana del Tritone

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Nel centro della Piazza Garibaldi, che anticamente si chiamava Piazza Ferdinandea, si ergeva una statua dedicata a Ferdinando di Borbone.

Fontana del Tritone

Dopo l'impresa garibaldina e l'unità d'Italia, abbattuti i simboli dell'antico regno, la piazza rimase vuota per diversi decenni e nel suo centro fu posto un lampione.

Lo scultore nisseno Michele Tripisciano, che viveva a Roma, ma che aveva conservato un profondo legame con la sua terra natale, progettò nel 1890 una fontana al cui centro vi doveva essere un gruppo scultoreo con il Tritone e cavallo marino, simili a quelli che aveva realizzato per la piazza di Marino vicino Roma.

Il bozzetto però rimase per molti anni nell'androne del Municipio e solo dopo la seconda guerra mondiale venne fuso nel bronzo e collocato nella fontana appositamente costruita dall'architetto Averna, che curò i restauri seguiti al bombardamento del 1943.

I nisseni la chiamano affettuosamente “’u Trìtuni” e ne hanno adottato la sagoma stilizzata come logo civico: qui confluiscono cortei scolastici, comizi e la discesa della statua di San Michele il 29 settembre, quando le luci danzano in sincronia con la banda; d’estate gli zampilli diventano giostra per bambini, d’inverno la vasca accoglie il presepe subacqueo in plexiglas. Restaurata periodicamente per proteggere la patina dal calcare e dai gas di scarico, la fontana continua a rappresentare la sintesi plastica dell’identità nissena: forza, resilienza, desiderio di bellezza che l’“entroterra di zolfo e grano” rivendica con orgoglio attraverso la sua opera d’arte più fotografata.

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