Di certo, tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, il feudatario disponeva di grandi riserve granarie collocate nei dammusi del palazzo-castello, nei magazzini sotto il palazzo baronale e nel magazzino della piazza Vecchia e secondo quanto emerge dalle ricerche dei cultori locali, la zona dove sorge il granaio del principe di Palagonia, marchese Nicolò Antonio Lucchese, e le immediate vicinanze, a partire dai primi decenni del Seicento, erano occupate da un numero cospicuo di edifici riconducibili alla conservazione e forse anche alla trasformazione delle granaglie. Si tratterebbe, perlopiù, di magazzini di piccole dimensioni, fosse granarie, piccole torri per la sorveglianza dei cereali e forse un mulino ad acqua.
Per concentrare lo stoccaggio della produzione granaria delle proprie terre all’interno di uno stesso luogo, il principe di Palagonia, marchese di Delia, realizzò nel 1740, il grande granaio che si trova in piazza Castello, tale da potere contenere 1000 salme di frumento.